MLK Day Special: Brooklyn Nets @ New York Knicks [Game Recap]

JJ beats the Knicks

Arriva il 21 Gennaio, la NBA come di consueto dedica l’intera giornata del Martin Luther King Day facendo giocare le sue squadre ad orari da festivo. Per noi europei malati del gioco inventato dal dottor James Naismith è una manna dal cielo. Se poi mettete in campo due squadre rivali come Knicks e Nets e le fate giocare al Madison Square Garden, il piatto diventa ancora più ghiotto.

Game Notes: I nostri Nets vengono da un momento particolarmente positivo, 8 vittorie nelle ultime 10 partite. L’ultima, arrivata nella notte di venerdì contro gli Atlanta Hawks, ha visto l’ennesima prova positiva di Deron Williams (rinato dopo il licenziamento di Avery Johnson) e di Brook Lopez (in orbita di All Star Game, sperando che prevalga il buon senso dei coach a dispetto del voto rivedibile dei fan sparsi per il globo). I Knicks hanno passato gran parte della scorsa settimana in quel di Londra, dove hanno portato a casa con estrema facilità la partita contro i Detroit Pistons. Importante, per i bluarancio, è stato l’atteso ritorno in campo di Iman Shumpert dopo il brutto infortunio rimediato agli scorsi playoff.

Avrai pure tanti problemi ma di sicuro non quello del ritmo. Brooklyn inizia la sua partita con il gameplan ben impresso nella mente: ritmi bassi (che hanno messo in difficoltà i Knicks soprattutto nella prima partita), lasciar libero Carmelo Anthony di fare e disfare a suo piacimento ma chiudere benissimo gli spazi su tutti gli altri. Tranne un grandissimo Jason Kidd, maestoso su entrambi i lati del campo, i Knicks tireranno male per tutta la partita. Frutto di un attacco che vive troppo di isolamenti e di gioco perimetrale.
I dati statistici parlano chiaro: 6-21 dall’arco dei 3 punti, e i due migliori uomini offensivi decisamente nel pallone: Carmelo finirà si con 29 punti ma con un 11-29 dal campo, JR Smith 16 punti con 19 tiri di cui solo 7 a bersaglio.

Go to guy: Joe Johnson e Brook Lopez si dimostrano le fonti principali dell’attacco di PJ Carlesimo. I Nets vanno dall’ex giocatore di Arkansas quando hanno bisogno di qualcuno che sappia creare bene dal palleggio. Lopez, dal canto suo, gioca una delle sue migliori partite difensive della sua carriera NBA. Fa legna sotto canestro, piglia rimbalzi (11 a fine partita) e porta la giusta intimidazione al centro dell’area. Contro un avversario di primissimo livello come Tyson Chandler, Brook firma il suo miglior endorsement per la partita delle stelle di Houston.
A metà gara i Nets andranno negli spogliatoi avanti di 6, un vantaggio che avrebbe potuto superare la doppia cifra visto quanto visto sul campo.

Stats: Due categorie statistiche spiegano perfettamente l’andamento della gara. A rimbalzo dominano i Nets 52-37, ma il conto delle palle perse è imbarazzante: 20 turnovers per gli uomini di PJ Carlesimo, solo 5 per quelli di Mike Woodson (una delle squadre migliori per trattamento della palla). Il terzo quarto assomiglia sinistramente a quello di una squadra allenata da Avery Johnson, l’attacco diventa stagnante e prevedibile, le rotazioni non portano i risultati sperati. Dalla panchina esce uno Jerry Stackhouse disastroso da un mese a questa parte, mentre sono completamente dimenticati MarShon Brooks (solo un cameo nel quarto quarto) e Mirza Teletovic.
New York inizia a spingere sull’accelleratore con la difesa e le sue superstar. Ad iscriversi al derby c’è anche un buon Amar’e Stoudemire che porta punti facili contro una difesa confusionaria.

“If Brooklyn and New York played a seven-game series, it would be decided by a last second shot in overtime of Game 7”.
Sono le parole di Kenny “The Jet” Smith riguardo queste due squadre. Come nei primi due episodi di questa serie infatti, anche la quarta e l’ultima finisce all’ultimo respiro.
E quando parliamo di giocatori clutch, è impossibile non metterci nella lista il giocatore più clutch dell’intera lega: Joe Johnson riporta i Nets a galla, dopo l’orrido terzo quarto, a suon di triple che ricacciano indietro New York.
Ma ancora una volta una serie di errori pacchiani, come il layup facilissimo sbagliato da Bogans e la tripla in transizione rifiutata da Deron Williams con conseguente errore al tiro, rimettono i Knicks avanti di 1.

Il tiro decisivo non poteva che prenderlo Joe Cool, un fade away in faccia a J.R. Smith: solo rete. I Nets sono avanti a 22.3 dalla fine.
Dall’altra parte la responsabilità se la prende Carmelo Anthony che, marcato sapientemente da Gerald Wallace, sbaglia il suo di fade-away. D-Will va in lunetta a fa +3 Nets a 8.3 secondi dal termine della contesa.

La scelta del coach: Contrariamente a quanto consiglia la tradizione NBA, PJ Carlesimo sceglie di spendere il fallo su Jason Kidd per mandarlo deliberatamente in lunetta. La scelta del coach è quella giusta e fortunata perchè per una volta il nostro amato ex si ricorda di esser stato uno dei nostri e sbaglia il primo dei due tiri liberi. Deron Williams replica dall’altra parte interrompendo la striscia positiva di 52 liberi consecutivi messi a segno ma cambia poco. Il tentativo disperato di J.R. Smith non basta, Brooklyn vince il derby e pareggia la serie contro i rivali.

Una vittoria importantissima per mille ragioni, tra cui quella riguardante la classifica. I Nets (11-2 sotto la cura Carlesimo) sono ad una sola partita di distacco dai cugini Knicks nella lotta per l’Atlantic Division.

Mvp: E me lo chiedete anche? Questo video basta e avanza.

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